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Sabato 11 maggio, si è svolta la quarta edizione di “UN SORRISO PER TUTTI 2013” presso il centro espositivo Lariofiere di Erba (CO), a cura dello Studio Rossini Odontoiatri. In questa occasione, ha avuto luogo la premiazione dei vincitori del contest “L’EROSIONE“, organizzato in collaborazione con Polaroiders.it  e l’Impossible Partner Store di Maranello e l’esposizione delle opere vincitrici con una selezione di quelle che hanno partecipato al concorso.

La giuria, composta da Carmen Palermo, Alan Marcheselli e Dante Rossini, dopo  lunga e ponderata riflessione, ha decretato vincitori:

1° posto: Eleonora Panzeri (Bicicletta Verde)

2° posto: Silvia Giorgis

3° posto: Luca Zanella

Si sono aggiudicati parimerito il 4°,5°, 6° posto in rigoroso ordine alfabetico :

Luca Di Murro

Franco Mammana (Kite)

Samuele Sirello

Hanno ricevuto in premio:

Primo Classificato: 20 Film Pack Impossible  PX680 color protection
Secondo Classificato:15 Film Pack Impossible  PX680 color protection
Terzo Classificato: 10 Film Pack  Impossible  PX680 color protection
Quarto, quinto e sesto Classificato: 05 Film Pack Impossible  PX680 color protection

Per chi non era presente all’evento, eccovi le foto a cura di Luca Zanella e Giacomo Inches:

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***

Se vi è piaciuto tutto questo e pensate di avere la stoffa per i concorsi di Polaroiders, vi ricordiamo che fino al 19 maggio è ancora possibile partecipare al contest Impossible Postcard! Cosa state aspettando?, mancano pochi giorni!

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Sabato 13 aprile, ore 16:00, presso la Galleria dell’Impossible Partner Store di Maranello, non perdetevi l’inaugurazione della mostra personale della polaroider Silvia GiorgisE poi … rosso“, a cura di Eloisa Sturlese. Le polaroid dell’artista rimarranno in esposizione fino al 4 maggio.

Silvia al suo secondo portfolio istantaneo dopo “ il bianco cattura lo sguardo “ ci propone la sua visione “Rossa”, lasciato un sentire introspettivo e visionario ci trasporta in questo mondo di suggerimenti creati dalla contaminazione di immagine e titolo.

Il concetto di esordiente poco si adatta alle immagini di Silvia, lontana dalle esagerazioni mi permetto di dire che la fotografa è partita da una consapevolezza interiore che ha saputo trasmettere perfettamente nei suoi scatti.

Secondo alcuni parlare di “ colore rosso” sarebbe quasi pleonastico perché il rosso è il colore per eccellenza. L’archetipo del colore. Diversi miti raccontano di come la Terra all’inizio fosse rossa, oppure che Adamo sia stato modellato con argilla rossa. È dunque il colore dell’inizio, della vita. Il rosso è anche fuoco, creatore e distruttore.

Da qui la simbologia sempre ambivalente: vita e morte, amore e violenza, gioia e rabbia. Silvia rappresenta le ambiguità del rosso con un omaggio al mondo delle corse automobilistiche, cercando oggetti che rappresentano ed evocano significati visivi e sentimenti celati tra la pellicola e il cuore.

                                                                                                                                                                                                                                                                            Eloisa Sturlese

Silvia Giorgis, Torinese classe 1971, matura nel tempo una grande passione per la fotografia che la porta a sperimentare diversi mezzi espressivi fino ad approdare alla fotografia istantanea.

Rapita dalla unicità e dalla poetica della ” Polaroid ” si dedica per oltre un anno alla ricerca attraverso la sua SX70 realizzando il sui primo portfolio istantaneo ” Il Bianco attira lo sguardo ” esposto anche a Milano presso Lago store in occasione di ISO600 festival della fotografia istantanea 2012.

Le immagini di Silvia trascendono spesso il soggetto raffigurato per trasportare l’osservatore verso un contenuto piu sottile e pregnante.

Silvia Girogis ha esposto in diverse gallerie nazionali venedo in oltre selezionate per Paraphoto, sezione fotografica di Paratissima 2012 e Sottvuoto presso la Galleria Studio Raffaello Giolli a Milano.

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di Alan Marcheselli

ANNUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM: HABEMUS COLORE ( 8X10”)! Si lo ammetto, suona irriverente, ma sono davvero felice di parlarvi delle nuove pellicole 8X10”.

Diciamo che la scatola, una volta aperto il pacco di spedizione, mi ha lasciato alquanto stupito, infatti invece che trovarmi la classica e per altro comodissima scatolona nera Impossible ho trovato il pacco delle Polaroid 803, il primo pensiero è stato … “see magari !”.

All’interno un nuovo bugiardino, molto piu curato di quello che venne dato ai Pioneer in occasione dei test delle Silvershade, fiducioso accetto la proposta del bugiardino di tarare il mio esposimetro a 400 ISO che poi è in soldoni la vera natura delle PX680 da cui queste nuove pellicole 8×10, a mio avviso, hanno attinto negativo ed emulsione, anche se onestamente il mio calcolo personale è attestato a 480 ISO.

Preparazione sala posa, luci, modella e primo scatto, insensibile al suggerimento di attendere 40 minuti per vedere la prima immagine, dopo averlo lasciato nel cassetto della sviluppatrice per 5 minuti metto il primo scatto all’interno di un sacchetto di carta nero a cui ho praticato dei fori in un forno ventilato a 50°C e … magia: in soli 10 minuti ho il mio scatto bell’ e sviluppato, certo ha una forte dominanza rossa data dal calore, ma mi rendo già conto che la pellicola è fantastica e rispetta i 400 ISO dichiarati.

Lo scatto successivo lo lascio riposare per circa 1 ora e il risultato è molto più omogeneo del prededente, senza dominanti rosse, ma con il bianco del fondale che, nonostante i flash, tende al giallo.

Poi la pazza idea: recupero alcune piastre di ghisa ( tre per la precisione) e ne lascio una a temperatura ambiente, una la porto a 50°C e un’altra a -4°C; poi una volta realizzato il terzo scatto e averlo lasciato svluppare per circa 5 minuti lo metto a faccia in giù su un panno di feltro nero e gli sovrappongo la piastra in ghisa a temperatura ambiente, sulla prima piastra metto quella a 50°C e a fianco quella a – 4°C dvidendo così l’immagine in due porzioni tagliate da una diagonale.

Ho lasciato il tutto fermo per circa due ore e quando ho rimosso tutto il materiale l’immagine aveva sviluppato varianti rosse nella parte esposta al calore e blu in quella esposta al freddo estremo.

Capisco che a livello pratico questo gioco possa non essere interessante, ma mi permette di confermare che la pellicola sviluppa in forma neutra a circa 18/22°C, mentre tende al rosso/arancio alle alte temperature che però accelerano lo sviluppo e al blu con le basse temperature che, ovviamente, ne rallentano i tempi di sviluppo.

Poi, giusto per non farci mancare niente, il primo scatto è stato “liftato” su carta cotone: il distacco del positivo dal negativo è meglio farlo ad alcuni giorni di distanza dallo scatto ( 4 o 5 è l’ideale), il positivo rimane sporco di emulsione che va lavata via con una spugna morbida, acqua fredda e sapone liquido per piatti; se si è veloci e l’acqua è bella fredda se ne ricava anche una bellissima trasparenza, se invece non si elimina l’emulsione bianca il lift-off tenderà a strapparsi non appena essicato.

Concludo semplicemente dicendo che queste PQ Colorshade Pioneer sono davvero delle ottime pellicole da banco ottico, attendo ora con curiosità la versione definitiva.

Ecco gli scatti:

© Alan Marcheselli

© Alan Marcheselli

Wool fields 02

© Alan Marcheselli

Wool fields 03

© Alan Marcheselli

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Vi consigliamo vivamente di non perdervi la mostra di Paolo Minioni, dal titolo “Unica“. Fino al 16 marzo avrete la possibilità di ammirare le sue polaroid stenopeiche. Dove? Presso ABF | Scatola Chiara, Piccola Galleria per la Fotografia Storica e Contemporanea  (via Amedeo Peyron 17/E) a Torino.

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ABF | Scatola Chiara presenta la mostra fotografica dal titolo UNICA. Polaroid stenopeiche di Paolo Minioni, a cura di Daniela Giordi.

Paolo Minioni fotografa gli ambienti con i quali convive, attraverso questo rituale ha generato una stratificazione di immagini; l’esposizione è dedicata al tema
delle cose che assolvono alla funzione di contenitore, del “vaso” inteso anche
come orcio, scodella, ciotola, tazza. L’attenzione dell’autore è rivolta agli oggetti che
nella sua esperienza quotidiana adopera e vive, la predilezione per la tazza è anche
in riferimento alla fascinazione subita dall’autore dal rituale del tè nella pratica
orientale e in quella anglosassone. Dalla naturale tendenza ad accumulare le cose ed
una personale predisposizione ad usare il linguaggio fotografico, è nata un’opera che è
anche la costituzione di un catalogo: l’autore da oltre vent’anni cataloga fotografi-
camente.

Ogni immagine esposta è un unicum su polaroid realizzata tramite foro stenopeico, trattasi di ritratti di oggetti personali, ricordi intimi affetti da miopia, gesti
di rimozione.
Un elemento della poetica non solo formale dell’autore è il valore ricoperto nella storia
dell’arte dal tema iconografico scelto, anche se nell’opera del nostro fotografo i suoi
oggetti sono sempre solitari e mai contestualizzati.

Per la mostra le polaroid sono state inserite in piccole teche, con un richiamo
alle collezioni entomologiche così la Scatola Chiara viene adibita a piccolo museo del catalogo di unica fotografici, catturati da Minioni.

Paolo Minioni è nato a Verbania nel 1965 dove vive e lavora. Dal 1989 espone in mostre
personali e collettive in Italia e in Europa. Le sue immagini pubblicate in vari cataloghi
e riviste, sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private.

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Dopo l’attenta selezione di fotografie, siamo lieti di annunciare che la collettiva POLAROIDERS SOTTOVUOTO inaugurerà sabato 16 Febbraio 2013, alle ore 18:30, presso lo Studio Raffaello Giolli Arte Contemporanea (vicolo Lavandai 4) di Milano!

Sarà possibile visitare la mostra fino al 28 Febbraio, tutti i giorni (tranne la domenica) dalle 16:00 alle 19:00.

 

Vi aspettiamo!

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Appassionati di fiori e polaroid,  non prendete appuntamenti per giovedì 7 febbraio ore 17,30, per l’inaugurazione della mostra HANAKOTOBA, istantanee nel linguaggio dei fiori, di Alan Marcheselli e Carmen Palermo.

Presso Spazio Eventi Top Market (Via A. Cecchi 69 br,  eventi@topmarketfotovideo.com, Tel: 010 553 6180) di Genova, da giovedì 7 febbraio fino a lunedì 4 marzo, secondo il seguente orario:

da lunedì a sabato 9.30 – 12.30, 15.30-18.30 – ingresso gratuito

 

“Hanakotoba” in giapponese significa “il linguaggio dei fiori”. La tradizionale attenzione per gli aspetti della natura tipica delle culture orientali venne filtrata dal simbolismo dell’Ottocento europeo rendendola parte della nostra cultura acquisita. Per cui, nel nell’immaginario collettivo, all’Alloro è collegata la Gloria, alla Rosa Rossa la Passione, al Girasole la Devozione e alla Margherita la Pazienza.

Le immagini minimaliste degli scatti di Marcheselli e Palermo permettono da un lato di lasciare libertà interpretativa allo spettatore e dall’altra recuperano filologicamente la sensibilità per gli aspetti lineari e formali tipici delle composizioni floreali orientali.

La mostra è interessante su un doppio registro: quello tematico e quello tecnico.

Quello tematico è volto a celebrare i fiori come espressione di forma, colore e sentimento; quello tecnico è importante perché le 30 opere presenti in mostra sono immagini realizzate con le nuove pellicole Impossible , create per sopperire al vuoto lasciato dalla chiusura di Polaroid nel 2007, e che possono essere utilizzate dalle vecchie macchine a sviluppo istantaneo create da Edwin Land nel 1950 e ancora oggi sul mercato.

Le opere di Alan Marcheselli e Carmen Palermo uniscono il ruolo creativo dello scatto unico alle tecniche di elaborazione creativa, sintomo della vitalità di cui gode ancora oggi il supporto a sviluppo immediato.

«si ambisce a innescare nello spettatore una riflessione che lo porti a cogliere pienamente la natura artistica di un oggetto fotografico d’autore. La copia unica è così l’espediente per ricondurre l’attenzione verso l’assoluta irripetibilità dello sguardo, nell’hic et nunc dello scatto fotografico e dell’artista che lo accompagna» – N. Pittaluga

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Dal 25 al 28 Gennaio 2013 in contemporanea con Artefiera, Alan Marcheselli presenta la sua personale di fotografia istantanea, dal titolo QUESTE NON SONO FAVOLE. L’inaugurazione è fissata per venerdi 25 Gennaio 2013 alle ore 18.00, presso MuseOrfeoVia Orfeo 24 (Bologna).
Dal sito di Alan Marcheselli:
Giustizia e Verità © Alan Marcheselli

Giustizia e Verità © Alan Marcheselli

Testo critico a cura di Eloisa Sturlese

Queste NON sono favole ( Verità e Giustizia )

C’è una forte componente surrealista nell’immortalare le idee su pellicola trasfigurandole in bambole, ma ancora di più si vive un’emozione epidermica nel leggere, immagine per immagine, la trama di questa favola che, come da tradizione letteraria, termina con una morale o monito che dir si voglia;

“… in fondo a che serve mentire quando nessuno può la verità più dire ?”

Marcheselli attraversa trasversalmente il pop, il surrealismo e le atmosfere care a Tim Burton ( esaltate però da colori onirici quasi fantascientifici ) per creare una dimensione che sia, facilmente assimilabile e, al tempo stesso, sia lontana dalla realtà quotidiana, come un angolo di fantasia dove le idee prendono vita e si confrontano tra loro eternamente a far prevalere utopisticamente sempre i valori positivi.

Il supporto istantaneo è sì un amore incondizionato per l’autore ma è anche una scelta stilistica ragionata e voluta.

Grazie all’istantanea Marcheselli riesce a concretizzare, in una tangibile e preziosa serie di pezzi unici, l’aspetto irripetibile di ogni momento valorizzandolo sia come frutto della singola creazione del cuore che come risposta ad una serie di eventi fortuita e caotica, come se a sua stessa fotografia abbia le caratteristiche dei protagonisti delle sue favole. (Eloisa Sturlese)

La favola dietro le immagini ; Giustizia e Verità

Flebile il lamento che scosse la sua essenza, una preghiera per la sua presenza

l’idea lo percepì nell’io profondo e si mostrò nel deserto mondo.

In breve la scorse, figura adagiata nel nulla, anch’essa un idea, agonizzante fanciulla.

Giustizia, divina creatura le si parò al viso per recare conforto, ma tarda era l’ora e irrimediabile il torto.

Così altro non poté fare che vedere Verità tra le sue braccia spirare

Fu immensa tristezza a stringerle il cuore e a colmarle l’anima sincero dolore.

Avvolse Verità in un rosso sudario, la vegliò come se fosse una figlia e quello il suo calvario.

Presto sarebbe venuto il tempo di partire, allontanarsi da quel luogo deserto che aveva visto la verità morire.

Alla luce di un braciere si lasciò riscaldare cercando la forza per andare, così attardandosi vide la rossa creatura avanzare.

Di tanta meraviglia riempiva gli occhi Verità quanto questo abominio rivelava empietà, ma come defunto spirito ancora incarnato cercava di Giustizia la mano sul capo.

Le idee in fondo sono infinite, io e lei eravamo sorelle astri gemelli in un cielo di stelle.

Ma la triste creatura non recava bellezza alcuna, solo uno strano sentire,

come se in fondo la si potesse capire,

Giustizia tremando non si fece ingannare e forse per paura da li volle scappare.

Non c’è fine violento quando anche la logica ha un sentimento,

sola rimase Menzogna senza Giustizia e senza Verità, ora era la sola e unica realtà.

Le idee però sono creature strane vivono fino al compiersi delle loro brame,

in fondo a che serve mentire quando nessuno può la verità più dire ?

Menzogna dunque si arrese al suo fato e in cambio della sorella il suo spirito fu dato.

Ed ora e breve alla fine arrivare, tornò Giustizia per vedere Verità risvegliare.

Sono adesso come madre e figlia, due splendide idee che hanno fatto famiglia.

Siedono insieme nel luogo deserto, attendono che torni Menzogna con sorriso esperto.

butterfly effect

Butterfly Effect © Alan Marcheselli

tales untold

Tales Untold © Alan Marcheselli

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Si inaugura venerdì 9 novembre alle ore 18.00 presso lo spazio Appartamento LAGO, sito a Milano in via Brera 30, la mostra (S)COMPOSIT, (s)composizione istantanee di Massimiliano Muner.

Il taglio sulla materia perpetrato da Fontana, il genio delle composizioni di Hockney e Galimberti, dall’alchimia di questi fattori nasce l’idea di utilizzare la Polaroid in maniera del tutto diversa e nuova: la scomposizione di un’opera, attraverso il taglio delle sue forme e la ricomposizione della stessa combinandone insieme i singoli elementi.

 

the conqueror of my dreams © Massimiliano Muner

 

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Nella prestigiosa Torre Oselanda di Paratico, dal 21 luglio 2012 al 29 luglio 2012 saranno visibili le istantanee degli artisti di Polaroiders.it che hanno partecipato alla realizzazione del libro fotografico “Polaroiders anno uno“. L’evento è patrocinato da Polaroiders, dalla Fiaf, da Iso600, dal comune di Paratico con la collaborazione di SarèArte.

il miglior riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si diventa grazie a essa. (Alan Marcheselli e Carmen Palermo)

Sempre dal 21 al 29 Luglio 2012, vi segnaliamo la mostra a cura del nostro Silvano Peroni, L’infinito istante – personale di Maria Vodarich, presso Torre Oselanda di Paratico.

Non perdetevi l’inaugurazione della mostra di  Gianni GrattacasoPolaroid “La Macchina del Tempo”, domenica 1 luglio presso il Photo Art Community (via Piave, 38) ad Agropoli!

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Con grandissimo piacere segnaliamo l’imperdibile mostra del nostro polaroider Franco Mammana (kite) IO SONO L’ARCOBALENO DELLA NOTTE, dal 20 al 25 aprile presso Porta degli angeli (o Casa del boia) via Rampari di Belfiore (Mura di Ferrara di fronte al Parco Bassani), Ferrara.

Da oltre vent’anni corro all’inseguimento di festival e raduni internazionali di aquiloni in Italia, in Europa, nel Mondo: dove non sono arrivato con i piedi o con le mie macchine fotografiche sono arrivato con gli occhi dell’immaginazione, mai stanco di stupirmi di fronte allo spettacolo di questi oggetti volanti dalle forme, dalle dimensioni e dai colori più svariati, che fluttuano nell’aria sfidando le forze della natura.

Ho conosciuto personaggi di ogni genere provenienti da tutti gli angoli della Terra, mondi lontani e diversi accomunati dall’identica sfida: la fantasia e il volo.  

Racchiusa nell’essenza dell’aquilone in volo c’è la storia del suo costruttore, con le sue tradizioni e i suoi costumi, con la sua voglia di vivere e la sua dimensione interiore.

Una piccola metafora della vita affidata al vento nell’illusoria idea di libertà alla quale rimandiamo comunemente l’immagine dell’aquilone nel cielo: una “libertà condizionata” in realtà, legata a quel filo senza il quale l’aquilone non sarebbe in grado di volare, quel filo stesso che nella nostra quotidianità è costituito dall’intreccio di sentimenti e di valori che permettono alla nostra anima di elevarsi più o meno in alto.

Ed è con questo spirito che oggi presento una mostra un po’ speciale: 

UNA SERIE DI FOTOGRAFIE DI GRANDI DIMENSIONI (100 x 150 cm) abbinate A POLAROID E A IMMAGINI PANORAMICHE IN BIANCO E NERO INEDITE, non per raccontare come in precedenti occasioni la bellezza di questo mondo particolare ma per comunicare le mie emozioni dopo molti anni e innumerevoli festival con la testa e gli occhi rivolti al cielo a contemplare la straordinarietà di tante creazioni.

Bagliori notturni, lampi di luce e situazioni surreali: immagini suggestive che forse sfuggono anche alle fantasie più ardite realizzate con l’intento di toccarvi il cuore.

Cliccate qui per scaricare il Comunicato stampa.

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